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Commenti al testo di Lorenzo Roberto Quaglia
Romeo e Giulietta dei nostri giorni

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 antonella policastrese - 03/10/2011 12:24:00 [ leggi altri commenti di antonella policastrese » ]

In questo strano mondo, dove tutto si consuma, abbiamo dimenticato cosa significhi sentire la pulsazione veloce del nostro cuore, il battito d’ali della nostra anima quando siamo pervasi da una fiamma, da una passione, da una tenerezza infinita che invadono i nostri esseri. Quel sentimento così grande che ci rende parte dell’infinito siamo piuttosto propensi a soffocarlo e L’Amore vissuto con un senso di fastidio o allergia lasciato andare peregrino, ramingo piuttosto che viverlo e farlo vivere.Romeo e Giulietta dei nostri giorni a Teheran. Teheran o altrove, ovunque poichè questa forza grande capace di scuotere le nostre misere esistenze si manifesta sempre allo stesso modo.Non lascia scampo. Ti porta su sentieri mai percorsi in mondi mai esplorati e il desiderio di essere una cosa sola con l’altro così infinitamente necessaria da non lasciare scampo. Si diventa mare e oceano, cielo che tocca e bacia le vette altissime di una montagna. Sole e luna. Puoi dire al mare di non bagnare la terra. Al sole di non sorgere, alla luna di illuminare la volta celeste? E quando la scintilla accende il fuoco di due anime, il firmamento si muove all’unisono con quei cuori e in cielo si accende una stella, così brillante e luminosa d’accecare chiunque osi alzare lo sguardo Vivi in simbiosi,respiri e ti muovi in una perfetta armonia con l’altro senza paura d’affrontare il giorno che nasce, la tormenta di neve, il mare in burrasca. Non si possono separare due cuori che si congiungono e vivono l’uno del battito dell’altro. "Storie d’altri tempi" si dice sempre. Storie che esistono solo sui libri e quando la realtà si manifesta in tutta la sua crudezza e intorno è buio, la fiamma della passione brucia e brilla così intensamente da far luce anche in una notte più scura della pece..Difficile capire per i profani, i consumatori di vite ,distruttori di sogni, il suicidio di due giovani amanti che non vogliono più stare l’uno senza l’altro. Eppure semplice solare il messaggio di queste giovani vite che hanno spento la luce dell’Amore contemporaneamente portandola con loro.

...."Amore e morte hanno come punto comune quello d’indurci a interrogare nel timore che la realtà ci sfugga....E questa malattia che era l’amore di Swann s’era così moltiplicata,era avvinta così strettamente ad ogni consuetudine di lui,ad ogni suo atto,alla sua mente,alla sua salute,al suo sonno alla sua esistenza,perfino a ciò ch’egli desiderava dopo la morte,che aveva finito ormai col formare una cosa sola con lui a tal punto che non sarebbe stata possibile strappargliela senza distruggere lui stesso quasi per intero:come si dice in chirurgia,il suo Amore non era operabile....."(Marcel Proust)

 Loredana Savelli - 02/10/2011 14:39:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Grazie per questa testimonianza.
Sì, ai giornali italiani che peraltro si occupano molto di storie d’amore political-romantiche (!), questa deve essere sfuggita.